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La domanda che vogliamo porre è la seguente: si parla abbastanza di salute mentale? Quante volte nel corso della nostra vita ci è capitato di parlare dello psicologo con un amico o conoscente, per sentirci dire: “Ma perché ci vai?”. Una domanda legata al retaggio del passato, quando di disturbi mentali non si parlava mai. Forse perché sono invisibili, forse perché scatenano in noi paure primitive: oggi, però, la situazione è cambiata. Ma solo in parte, anche grazie all’apporto di numerose persone che scelgono ogni giorno di raccontare la propria storia, così come al sostegno infinito dei professionisti, tra cui lo psicologo psicoterapeuta a Potenza Fabiola Santicchio. Vogliamo porre l’attenzione sulla salute mentale, ma anche su come è cambiata dopo la Pandemia di Covid-19 e perché il bonus psicologo serve oggi più che mai.

L’impatto della Pandemia di Covid-19 sulla salute mentale

Un tema destinato a far discutere? Sì. Perché dopo la Pandemia di Covid-19 abbiamo assistito indubbiamente al dilagare di un problema: come sostenuto da Stefano Vicari nel corso di un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, tra il 2011 e il 2021 siamo “passati da da 155 a 1.824 visite l’anno di Pronto Soccorso ad adolescenti che necessitavano il supporto del neuropsichiatra. Un decennio di crescita esponenziale nelle richieste di aiuto, tanto che già prima del Covid eravamo arrivati a 1.059 accessi“.

Dopo la Pandemia, tuttavia, si è registrato un picco di +40% nel Pronto Soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Un esempio su tutti, e che spiega che la percentuale di richieste di aiuto è ben lontana dal diminuire. “Il 70% deriva da tentativi di suicidio o autolesionismo“, ha spiegato il Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile. La richiesta di psicoterapia e di supporto psicologico, dopo la Pandemia, è nettamente aumentata, dunque, e ad avere bisogno di aiuto non sono solo gli adulti, ma anche adolescenti e preadolescenti.

La salute mentale dei giovani

Il peggioramento della salute mentale durante la Pandemia è stato osservato maggiormente nei giovani. Stando ai dati Istat con il Rapporto Bes 2022, c’è una forte differenza di genere nelle richieste di aiuto. “L’analisi ha messo in luce il forte contraccolpo in termini di benessere psicologico subito negli ultimi due anni dai più giovani, soprattutto dalle ragazze“. Spesso le problematiche per cui si chiede aiuto sono note come Common Mental Disorders, ovvero disturbi mentali comuni, tra cui disturbi depressivi o ansiosi.

Sono problemi per cui spesso non si può attendere, per cui sovente c’è un vero e proprio punto di non ritorno. I sintomi possono essere anche invalidanti, e teniamo presente l’età dei ragazzi: giovani, giovanissimi, già alle prese con disturbi che possono arrecare un danno, che possono far sentire spenti, tanto da non sentire più nulla, tanto da soffrire in occasione di eventi sociali, tanto da chiudersi in se stessi.

Il supporto del bonus psicologo

Per sostenere il popolo italiano, nel 2022 il governo ha avviato l’iniziativa del bonus psicologo. Tutti ne hanno sentito parlare negli ultimi mesi, anche per la lotta del rapper Fedez – al secolo Federico Lucia – che ha lanciato una petizione online per difendere il bonus psicologo e che ha raccolto più di 300.000 firme in tre giorni. Alla fine, i fondi sono stati raddoppiati, visto il successo della misura.

Questo bonus rappresenta indubbiamente un aiuto concreto per coloro che hanno bisogno di affrontare le proprie problematiche con enorme forza, coraggio, trasparenza. Purtroppo, spesso ci si chiede: il tema della salute mentale è considerato un tabù per un problema generazionale? Eppure, ricordiamo che la salute mentale è un diritto umano universale. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la salute mentale è “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità“.

Una ricerca del 2022 indica che un soggetto su 8 soffre di disturbi mentali: stiamo parlando potenzialmente di un miliardo di persone nel mondo. Nonostante le campagne di sensibilizzazione, nonostante tutto, molti hanno paura a chiedere aiuto, perché temono il giudizio: lo stigma persiste, sebbene in maniera più lieve rispetto al passato. Il nostro invito è di parlare sempre della salute mentale: di abbracciare se stessi, di chiedere supporto a un professionista, di non avere paura di scardinare il passato e i suoi fantasmi per fare spazio al futuro.

Di admin

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